Arrivare a scegliere di andare in missione è stato un cammino fatto attraverso anni di lavoro qui in Italia. Ho cominciato partecipando a campi di lavoro, organizzati dall'Operazione Mato Grosso (O.M.G) durante il tempo libero e le ferie.
L'esperienza concreta di lavorare gratis per gli altri, mi ha portato a desiderare una scelta più radicale e definitiva. Così dal 1994, vivo e lavoro tra la gente del villaggio di Naboreiro, nel cuore del Mato Grosso. Se guardo alla gente di Naboreiro, dietro ad ogni famiglia c'è una lunga storia di fatiche e di sofferenze per sopravvivere e per dare un avvenire ai propri figli. Così il mio primo impegno è stato un aprire le porte ai tanti bisogni delle persone: la casa, la salute, la scuola, l'oratorio... Ma anche accogliere in casa ragazze provenienti da "fazendas" che così possono studiare e imparare una professione. È tenerle in casa come figlie, aiutandole a crescere, educandole al senso di responsabilità, al lavoro, all'ordine, perchè possano vivere una vita buona, diventare buone mogli e, in futuro, buone mamme. In questi anni, se da un lato, nel piccolo villaggio in cui vivo, sono diminuite le case di paglia e la scuola è più seria e si occupa di più dell'aspetto educativo degli alunni, dall'altro lato, il bombardamento dei mezzi di comunicazione spingono nella direzione di un progresso dove ci si sente all'altezza se si seguono le mode. Perciò tante famiglie vogliono dimostrare il loro miglioramento con l'antenna parabolica, lo stereo, la televisione... L'immagine è quello che più interessa e porta sempre più a una crisi di valori più veri, come, per esempio, la famiglia. Stare a Naboreiro per me è vivere in una grande famiglia dove vedi crescere le persone, le vedi cambiare, cercare un modo diverso di vivere, aiutandosi di più. Sono ancora piccoli paesi, ma vale la pena continuare. Quello che cerchiamo di vivere è l'imparare a dare gratuitamente quello che gratuitamente abbiamo ricevuto. Così ti accorgi che, anche se povero, puoi aiutare qualcun'altro che sta peggio di te. Tutti noi abbiamo ricevuto un dono grande, che è la vita: abbiamo il dovere di viverla, senza perdere tempo, ne' occasioni per fare del bene. È importante per me compromettersi in prima persona, fare concretamente, il primo ricco da convertire sono io. In un mondo come il nostro, non è facile andare controcorrente, ma è una strada praticabile e ne vale la pena. |